Bergamo: Una città piena di vita e ottimo cibo !
Eccomi qui, al termine di un week end in famiglia a Bergamo, dove sono andato a trovare i miei e a mangiare nel ristorante di mio fratello, sono pronto per questa ennesima operazione.
Mi toglieranno i “mezzi di sintesi”, ovvero una lunga sbarra di titanio che mi attraversa la tibia e che, a sua volta, è fissata lateralmente da quattro viti: due al livello della caviglia e due in prossimità del ginocchio.
Il pensiero vola inevitabilmente all’incidente e il ricordo del dolore lancinante offusca quasi completamente il resto delle immagini. E‘ passato un anno e mezzo da allora ed ho perso completamente la sensibilità della pianta del piede, a causa della lacerazione del nervo tibiale provocata dalla frattura scomposta. Insomma, un bel casino!
Sufficiente per ripensarci due volte prima di andare a sciare in neve fresca un’altra volta, e invece, l’ho già fatto.
E’ stata una delle prime cose che ho fatto, dopo aver messo gli sci per la prima volta all’inizio di questa stagione invernale nella quale, contrariamente al parere dei medici, mi sono rimesso a lavorare come maestro di sci.
Il primo giorno non stavo in piedi e, sotto gli occhi preoccupati del direttore della scuola per la quale lavoro, con un’incredibile fatica, sono riuscito a fare la prima discesa. Avevo le lacrime agli occhi ed ero terrorizzato. ” Non mi dire che mi devo cercare un altro maestro a dicembre! Dove cavolo lo trovo? ”
Non ho risposto ed ho iniziato a sciare da solo per l’intera giornata. Non avevo voglia di avere nessuno intorno a me e quello è stato il giorno più difficile della stagione.
La mattina seguente avevo dolori ovunque, ma iniziavo a sentirmi un po’ più sicuro. Da lì a poco avrei sciato nuovamente in fuoripista, con un coraggio che non ho mai capito dove sia riuscito a pescarlo.
“Sei sicuro di voler camminare così a lungo?” mi domanda Francesca, alla quale ho spiegato il mio piano per digerire il gustoso pranzo cucinato da mio fratello Aristide al ristorante “Trattoria Dei Casoncelli” a Torre Boldone (Bergamo). Una trattoria fantastica a prezzo assolutamente contenuto che offre la migliore cucina tipica bergamasca avventurandosi anche si piatti di pesce. Non è possibile uscirne delusi ! Assolutamente da visitare anche a cena.
“Sono due passi” rispondo sogghignando. In realtà saranno quattro ore di camminata, ma io voglio almeno assaporare la possibilità di farla, visto che per un po’ l’operazione di dopodomani mi impedirà qualsiasi passeggiata.
Citta Alta: la parte più bella di Bergamo
Ci avviamo verso L’Accademia Carrara, la prestigiosa pinacoteca bergamasca, che riapre in occasione dell’EXPO dopo due anni di restauri. La scaletta della Noca mi porta velocemente in prossimità della Porta Sant’Agostino, uno degli ingressi nelle massicce mura venete che circondano la “Città Alta” .
“Guarda che splendore!” osservo, mentre indico la facciata della ex chiesa-convento di Sant’Agostino scolpita in roccia arenaria nel XV secolo.
Attacco la salita che mi porterà nella parte alta della vecchia città, sperando di incontrare qualche amico e rimuginando sui mille ricordi di mezza vita vissuta qui.
Raggiungo la via principale della parte antica della città e mi ritrovo nella meravigliosa Piazza Vecchia, tutta in ghingheri per la giornata del 25 Aprile, e in attesa di un flusso turistico internazionale collegato all’EXPO che aprirà i battenti fra pochi giorni.
Moltissime sono le proposte culturali, dall’arte moderna alla musica, in ogni angolo della strada e a teatro, fino alle prove di uno spettacolo all’interno di una chiesa.
La sontuosa Santa Maria Maggiore, la basilica più importante, è aperta al pubblico, così come la Cappella Colleoni, eretta in onore dell’ardito signore della guerra bergamasco, che lottò con la Repubblica di Venezia prima e con gli Sforza poi.
Si respira ovunque voglia di impressionare, di rivivere e di mostrare il lato culturale di una città che non è mai stata famosa per questo,
e sono molti gli stranieri che affollano le varie manifestazioni
La città vecchia si estende sotto il mio sguardo, appena arrivato sulla Rocca di San Viglio, raggiunta tramite una funicolare antica e recentemente ristrutturata. Seduto al “Baretto di San Vigilio” mi gusto un prosecco rinfrescante e mi rendo conto per la prima volta di quanto Bergamo sia simile alle città tanto più blasonate della Toscana.
Decidiamo di scendere verso la parte bassa e moderna della città con un’altra funicolare, sulla quale noto che siamo gli unici italiani. Prima però ci beviamo un altro prosecco sulla meravigliosa terrazza del Bar della Funicolare, assaporando dei gustosi stuzzichini.
Borgo Santa Caterina : non solo Città Alta
Giunti alla macchina non ci capacitiamo di quanta gente sia in giro per l’ora di cena e veniamo a sapere che è la notte bianca. Il comune ha chiuso alcuni distretti, fra cui l’antico Borgo di Santa Caterina, che è diventato un lungo viale occupato dai tavoli dei numerosi locali e ristoranti che la abitano. Ci fermiamo a mangiare al Ristorante “La Gradisca”, emiliano, specializzato in pesce ed ambientato nel set felliniano di Amarcord.
L’antipasto a base di bianchetti fritti è da urlo, così come il salmone crudo ed i Pici al brodetto di mare. Il vino è della casa, semplice ma fresco e giovane, in modo da non intaccare la delicatezza dei piatti. Terminiamo con un fritto misto, caffè e grappa secca e bianca, come piace a me.
Beh, che dire: non posso che consigliarvi una visita a Bergamo che, vista dopo tanti anni, mi è apparsa rinnovata, giovane e piena di energia in modo del tutto inaspettato.
L’antipasto a base di bianchetti fritti è da urlo, così come il salmone crudo ed i Pici al brodetto di mare. Il vino è della casa, semplice ma fresco e giovane, in modo da non intaccare la delicatezza dei piatti. Terminiamo con un fritto misto, caffè e grappa secca e bianca, come piace a me.
Beh, che dire: non posso che consigliarvi una visita a Bergamo che, vista dopo tanti anni, mi è apparsa rinnovata, giovane e piena di energia in modo del tutto inaspettato.