Insegnamento complesso nella subacquea tecnica
Task loading e consapevolezza situazionale sono due caratteristiche collegate fra loro molto importanti nell’attività subacquea. Riuscire a gestire più compiti mantenendo una visione generale della situazione è una caratteristica che può evitare incidenti. La mia professione è l’insegnamento di discipline sportive, nello specifico subacquea e sci alpino. Lavorare come istruttore è una delle più affascinanti professioni al mondo e permette di poter trasmettere la propria esperienza e passione agli altri.
Insegnare corsi professionali rende questa attività ancora più affascinante e impegnativa perchè si devono creare le condizioni per addestrare Istruttori che dovranno entusiasmare i nuovi subacquei ed instillare in loro le tecniche di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiente. I corsi di subacquea tecnica sono un altro mondo particolare e impegnativo.
Insomma essere dei buoni formatori non è affatto facile in un’attività in cui il coinvolgimento psicologico è fondamentale. In questo articolo spiego come con la mia esperienza sia riuscita a massimizzare l’efficacia didattica al fine di ottenere i migliori risultati. Ovviamente non sto dicendo che è il metodo giusto, ma quello che ho affinato io negli anni. Non sempre questi spunti sono adeguati agli stantards delle agenzie didattiche (che sempre devono essere rispettate..), ma vogliono essere suggerimenti per far riflettere.
# Modello didattico teoria nella subacquea tecnica
La parte teorica nei corsi subacquei richiede un’attenzione particolare nell’esposizione degli argomenti affinché siano:
1) capiti
2) ricordati il più a lungo possibile.
Ecco alcuni punti che secondo me aiutano molto ad aumentare l’efficacia di una sessione di teoria:
– Spiegare con parole semplicissime i concetti più importanti e creare alcune “regole d’oro”.
– Usare esempi comuni. Il segreto è di evitare di spiegare qualcosa di nuovo, bensì di far capire all’allievo che lo sa già ma non lo ha mai visto in questa ottica.
– Usare continui esempi pratici di come le informazioni date saranno applicate nella pratica nelle immersioni di corso.
– Ripetere i concetti principali molte volte. Personalmente non trovo efficace insegnare un argomento completamente, ma preferisco un approccio a “buccia di cipolla”. Insegno l’argomento per tutta la durata del corso con livelli di approfondimenti sempre maggiori. Questo permette all’allievo di capire i fondamentali e allargare la sua capacità di apprendimento anche dalle esperienze vissute nelle sezioni pratiche. Se devo spiegare l’esposizione all’ossigeno (CNS..) spiego perchè è importante. Successivamente in acqua mostrerò sul computer l’indicazione di questo dato. Poi affronteremo i segni e i sintomi e come calcolare i limiti con le tabelle. Successivamente gli mostrerò come in una successiva immersione di corso più lunga, il computer mostra un valore maggiore e che corrisponde al calcolo effettuato il giorno precedente. Gli insegnerò come nella fase di decompressione questo valore salirà molto e come poterlo minimizzare con la giusta scelta della profondità dell’ultima tappa e delle miscele decompressive. Alla fine inserirò il concetto della tossicità da ossigeno polmonare e il calcolo delle OTU. Aprire e chiudere completamente un argomento non trovo non sia il miglior modo di esporre le informazioni affinchè possano essere capite e memorizzate a lungo.
– La tecnica di insegnamento dev’essere il più possibile coinvolgente Ci sono diverse strategie per rendere più interattive le lezioni :
-La discussione di scenari d’immersione nei quali risolvere problemi,
-Le domande atte a verificare la comprensione degli argomenti,
-Richiedere agli studenti di spiegare agli altri del gruppo una parte delle nozioni e rispondere alle domande,
-Assegnare compiti come team leader e richiedere ad ogni componente di portare i risultati nel team,
-Far lavorare il team sull’attrezzatura chiedendo delucidazioni sulle scelte.
– Utilizzare più ausili didattici possibili come slides, tabelle, manuali, fotografie, articoli, attrezzatura, video, etc perchè più sensi vengono coinvolti nella lezione maggiore sarà la capacità di memorizzazione.
– Chiudere ogni sessione interattiva traendo le conclusioni in punti chiave e concludere la sessione accademica nello stesso modo.
– Iniziare ogni lezione chiedendo agli studenti di ripetere i concetti principali e le 2 o 3 regole d’oro” discusse il giorno precedente.
– Finire ogni lezione ripetendo le “regole d’oro apprese oggi”.
Ricordarsi che in un sistema didattico ben fatto l’uso dei materiali aumenta enormemente l’efficacia didattica e che le domande dell’esame finale sono gli obiettivi fondamentali del corso. Esse possono essere usate per assicurarsi che alla fine di ogni sessione gli allievi abbiano compreso gli obiettivi della lezione.
-Chiedere agli allievi di venire alle lezioni con la porzione del manuale già letto. Questo amplia enormemente la possibilità dell’istruttore di inserire informazioni aggiuntive derivanti dalla sua esperienza arricchendo e rendendo unico il corso.
– Alla fine della giornata l’Istruttore deve prendersi il tempo per capire come poter migliorare la struttura o la sequenza delle informazioni. Ogni corso dovrebbe essere diverso!
Se vuoi avere qualche informazione in piu riguardo all’insegnamento della subacquea tecnica clicca qui! –> http://www.ymecarsana.com/subacquea-corso-tecnica/
# Pratica subacquea tecnica
La parte pratica di un programma complesso come un corso iniziale, di subacquea tecnica o Rebreather non ė affatto semplice: si introducono esercizi nuovi ed abilità psicomotorie complesse. Nella mia esperienza ho trovato più efficace insegnare prima gli skills fondamentali (le “regole d’oro”) nelle condizioni più semplici e perciò in assetto quasi negativo, poi aggiungere le rimanenti parti fino al completamento dell’esercizio, e poi in assetto neutro. Si dibatte molto su questo concetto e non sono contrario allo sviluppo degli esercizi in assetto neutro fin dall’inizio, ma personalmente preferisco lavorare così. Supponiamo quindi di dover insegnare la procedura di cambio gas in decompressione. Prima la dimostro e la faccio praticare in un assetto più o meno corretto. In questa fase non è l’assetto e il trim la cosa alla quale pongo più attenzione, quando appresa aggiungo il cambio del gas sul computer e alla prima acqua libera faccio praticare il tutto in assetto neutro chiedendo un trim corretto e una posizione stabile senza che si debbano muovere le pinne.
– gli esercizi possono essere introdotti a secco
– ogni giorno gli studenti ripetono i passaggi degli skills fondamentali
– ogni giorno gli allievi montano e smontano l’attrezzatura un paio di volte
– nei corsi rebreather arrivano mezz’ora prima di me e montano il rebreather facendo tutte le prove secondo la check-list. Poi la smontano e la rimontano sotto la mia supervisione prima della sessione in acqua.
Se vuoi sapere perchè dovresti passare al rebreather clicca qui: http://www.ymecarsana.com/perche-passare-al-ccr/
– alla fine di ogni sessione in acqua dispongo un smb fissato ad una roccia sott’acqua e ripeto velocemente tutti gli skills principali in assetto prendendo come riferimento l’smb. Costruisco a strati dalle “regole d’oro” (gli skills fondamentali..) passo ai successivi più esterni affinché si intersechino con le informazioni teoriche. In ogni momento possibile “le regole d’oro” in acqua e fuori vanno ripetute in modo asfissiante affinché restino lo scheletro base al quale fare sempre riferimento
– l’istruttore deve avere ben chiaro l’obiettivo finale e cioè la capacità di svolgere tutto lo scenario di emergenza senza errori, in trim e assetto in qualsiasi condizione di corrente e visibilità.
– come ultima fase cerco di rendere gli skills il più realistici possibili. Questa è la fase di rifinitura fondamentale affinché ora le abilità siano applicate al momento giusto. Ora, “le regole d’oro” devono essere adattate alla situazione e una determinata situazione deve far scegliere la corretta “regola d’oro”. Per esempio non richiedo più che gli allievi facciano un esercizio di emergenza, mostro loro delle “Flash Cards” o scrivo su un wetnote un sintomo o una situazione di emergenza (per esempio valori di sensori divergenti o anomali, sintomi da iperossia, sgonfio loro il Gav, agisco come se fossi io ad avere un problema, etc).
# Come aumentare gradualmente il task loading nella subacquea tecnica
Nella subacquea di livello iniziale e tecnica l’allievo si trova a dover gestire un numero considerevole di compiti che potrebbero sopraffarlo (task loading). Ecco alcuni suggerimenti che mi hanno semplificato questo processo di apprendimento al task loading:
– automatizzare gli skills fondamentali riduce notevolmente il task loading perché un compito automatizzato non necessita di ragionamento e si svolge in modo istintivo (per esempio la mano che cambia marcia in macchina. Durante la scuola guida ad ogni curva ci si domanda quale sia la marcia più adeguata, successivamente la mano si muove automaticamente senza più dover analizzare la situazione).
– l’automatizzazione si ottiene ripetendo molte volte gli esercizi fondamentali o le componenti base di uno skill complesso SEMPRE NELLO STESSO MODO!
– posso aggiungere gradualmente pezzi negli skills più complessi, ma non cambiare il modo in cui vengono fatti! Nel caso in cui un allievo sbaglia la sequenza o commette un errore lo fermo immediatamente interrompendo l’esercizio così che non possa concluderlo mai in modo scorretto.
– Abituare gradualmente i subacquei al task loading assegnando gradualmente un numero sempre maggiore di compiti (esempio: ogni 5 min appuntare sul wet note scorta di gas e tempo; poi scorta di gas, tempo, profondità, poi scorta di gas, tempo, profondità e tempo alla risalita, posizione del buddy e/o team, direzione bussola, etc..
– lavorare affinché gli allievi arrivino ad un punto in cui non debbano più “iper-concentrarsi sul singolo obiettivo”. Questo punto indica quando è pronto per aumentare la complessità dell’esercizio aggiungendo altre componenti. Nelle prime fasi è normale che mentre sono impegnati nello skill non si rendono conto di ciò che li circonda (mancanza di consapevolezza situazionale), per esempio dei cambi di assetto, corrente, vita marina, posizione del compagno, etc. Questo perché l’esercizio non è ancora stato automatizzato e richiede una consistente parte di ragionamento per essere svolto.
– Molti esercizi richiedono sempre una parte di ragionamento logico (cambio gas in un computer, costruzione e attivazione di un gas in un computer, raggiungimento e mantenimento della quota di sicurezza o decompressiva..). Bisogna cercare di minimizzarla all’essenziale diminuendo così il task loading ed aumentando la “consapevolezza situazionale” (Ambiente, attrezzatura, team)
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# Il ruolo emozionale nell’insegnamento degli skill complessi
Una volta raggiunta la fluidità dovuta all’automatizzazione gli esercizi anche più complessi verranno effettuati coinvolgendo solo in minima parte il ragionamento. Da questo punto in poi è importante iniziare a introdurre realismo e stimoli emozionali sempre crescenti. Si dice infatti che il 45% di ciò che apprendiamo (e ricordiamo..) derivi dalle emozioni più che dall’insegnamento vero e proprio. Come possono le emozioni giocare un ruolo così importante nell’insegnamento? Sembra che un coinvolgimento emozionale fissi le informazione in modo duraturo nel nostro cervello. Se abbiamo impegnato così tante energie affinchè il nostro allievo sappia svolgere uno scenario complesso di emergenza in gran parte automatizzato mantenendo controllo e con consapevolezza situazionale, sarebbe un peccato che lo dimentichi poco dopo la fine dell’addestramento!
Ecco qualche suggerimento:
– Il task loading può essere anche derivante da compiti non previsti come quelli che si verificano in un’emergenza. Per questa ragione nella fase più avanzata dell’addestramento si devono creare le condizioni per il verificarsi di situazioni inusuali e non descritte nel briefing. Come già detto, ciò rende più realistici gli scenari che si creano sott’acqua: un passo fondamentale per il completamento dell’addestramento!
# Conclusioni
Ripetere i fondamentali il più possibile, ripetere ogni giorno le “regole d’oro” e sviluppare la capacità di ragionamento in situazione di task loading sono le componenti principali per creare un buon subacqueo e ancor più un subacqueo tecnico.
Il realismo nello sviluppo delle abilità gioca un ruolo fondamentale. per esempio, al posto che simulare le decompressione si portebbero cambiare i gradient factors del computer degli allievi rendendoli più conservativi e assicurando che entrino in deco che possano lavorare con la schermata decompressiva sott’acqua.